Tutti noi ricordiamo cosa stavamo facendo l'11 settembre quando quel primo aereo si schiantò contro la prima torre gemella. E tutti noi vedemmo in diretta l'arrivo del secondo aereo.
Io ero al computer, "chattavo" con degli amici americani su Diabetes Station.
Immediatamente scrissi a Deb, che era stata broker a Wall Street e mi disse che sì, sicuramente c'erano suoi amici sotto quelle macerie.
Ricordo che dovevo andare a prendere i miei figli a scuola, ricordo che il portinaio nella sua guardiola aveva una piccola tele: "signora... un disastro... cosa sta succedendo?"
Tornai subito a casa e continuai a "chattare" con i miei amici virtuali americani.
Era la community americana che si ritrovava attorno a Deb.
Loro mi ero stati vicini per un anno e mezzo, loro mi avevano "insegnato" cosa fosse il diabete (quello vero, non quello delle pubblicità, non quello che "non è granchè"), loro mi stavano accompagnando a quello che sarebbe stato l'appuntamento con la vita (con la nuova vita) di mio fratello.
Mi avevano dato tanto (mi avrebbero dato tantissimo nel giro di un mese!) e io mi sentivo veramente colpita, come fossi stata lì con loro, come fossi una di loro: era giusto che provassi a confortarli.
Provai a dimostrargli il mio affetto, la mia comprensione, la mia partecipazione.
Specialmente a Deb, che sentivo come una sorella maggiore (anche se la più vecchia ero io) perchè mi aveva insegnato tanto, mi aveva fatto capire tanto, mi aveva dato tanto calore, tanta consapevolezza.
Ecco, per me l'11 settembre resterà sempre legato a questo ricordo: io, che aspettando il 19 ottobre, vivo l'11 settembre con gli americani. Con i miei amici diabetici, con quelli in attesa di trapianto, con i miei amici trapiantati, con quelli che non ci sono più.
E che ricorderò per sempre.
Grazie.
God bless you all
Io ero al computer, "chattavo" con degli amici americani su Diabetes Station.
Immediatamente scrissi a Deb, che era stata broker a Wall Street e mi disse che sì, sicuramente c'erano suoi amici sotto quelle macerie.
Ricordo che dovevo andare a prendere i miei figli a scuola, ricordo che il portinaio nella sua guardiola aveva una piccola tele: "signora... un disastro... cosa sta succedendo?"
Tornai subito a casa e continuai a "chattare" con i miei amici virtuali americani.
Era la community americana che si ritrovava attorno a Deb.
Loro mi ero stati vicini per un anno e mezzo, loro mi avevano "insegnato" cosa fosse il diabete (quello vero, non quello delle pubblicità, non quello che "non è granchè"), loro mi stavano accompagnando a quello che sarebbe stato l'appuntamento con la vita (con la nuova vita) di mio fratello.
Mi avevano dato tanto (mi avrebbero dato tantissimo nel giro di un mese!) e io mi sentivo veramente colpita, come fossi stata lì con loro, come fossi una di loro: era giusto che provassi a confortarli.
Provai a dimostrargli il mio affetto, la mia comprensione, la mia partecipazione.
Specialmente a Deb, che sentivo come una sorella maggiore (anche se la più vecchia ero io) perchè mi aveva insegnato tanto, mi aveva fatto capire tanto, mi aveva dato tanto calore, tanta consapevolezza.
Ecco, per me l'11 settembre resterà sempre legato a questo ricordo: io, che aspettando il 19 ottobre, vivo l'11 settembre con gli americani. Con i miei amici diabetici, con quelli in attesa di trapianto, con i miei amici trapiantati, con quelli che non ci sono più.
E che ricorderò per sempre.
Grazie.
God bless you all
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